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Vincenzo Piccolo
Via Prometeo n°30
91011 Alcamo (TP)
Tel. 0924/503537
Tel. 328/9737062


Alla Cortese attenzione del
Preg.mo Presidente del Consiglio dei Ministri
Silvio Berlusconi , e pc ai nominativi indicati
in calce alla lettera.

Preg.mo Signor Presidente del Consiglio dei Ministri.
Silvio Berlusconi,
chi Le scrive questa modesta missiva è un, oramai ex imprenditore che vive 
ad Alcamo, un grosso centro in provincia di trapani.
Il mio nome è Vincenzo Piccolo e fino a pochi anni addietro ero a capo 
dell’azienda di famiglia che esisteva dal oltre sessanta anni, fino a quando 
un giorno, poiché trovandomi in grave difficoltà economiche e finanziarie, 
sono stato costretto a chiedere un aiuto, per salvare la mia azienda, il mio 
lavoro e perché no, anche una, sia pur modesta, parte dell’economia del mio 
paese nativo.
Così ho ricevuto in prestito una somma di denaro pari alle allora 30.000.000 
di lire. Ma ben presto presi la consapevolezza di essere finito in cattive 
mani. Quella gente non voleva aiutarmi davvero, ma voleva solo 
indignitosamente, approfittare del mio grave stato di bisogno.
Così il prestito originario ricevuto aumentava vertiginosamente, fino al 
punto di vedermi  costretto a rivolgermi nuovamente ad istituto bancario per 
contrarre un altro mutuo a fine di onorare il mio debito che era diventato, 
oramai di 100.000.000 di lire!!
Ma le mie forze, Ill.mo Presidente, mi hanno abbandonato.
Ho perduto la mia azienda, la mia modesta proprietà ma soprattutto il bene 
che più era importante della mia vita, la mia famiglia. Ed alla fine la mia 
dignità è andata via, lasciandomi da solo, abbandonato a me stesso.
Sono rimasto un uomo solo e distrutto, e tutto questo perché? Per avere 
avuto la sola colpa di non volere vedere morire la mia azienda!!!
Caro sig. presidente in terra di Sicilia in più di 800.000 persone vivono 
drammatiche realtà come la mia; siamo in tanti siamo soli; ognuno 
abbandonato a se stesso e perciò impotente, inerme.
Quello che, con la presente lettera, le chiedo è un pronto intervento del 
suo governo, che sia risolutivo di un lecito sistema che ha ridotto in gravi 
condizioni di sopravvivenza migliaia di persone, di “grandi” lavoratori.
Le  chiedo, mio Caro Presidente, di stare più vicino a noi lavoratori e 
lavorare insieme per un progetto di risanamento e ripresa che consenta anche 
a noi, modesti uomini del meridione, di respirare un aria più pulita.
La realtà economica e socio culturale siciliana di oggi è grave e poco 
confortante ci appare il domani. Come disse Gianfranco Funari a Napoli 
Capitale: Noi stavamo aspettando, da qualche tempo, cosa mettere dentro la 
pentola per mangiare ma ci siamo venduti sia la pentola, le posate e la 
cucina!
Auspico, molto presto, un contatto diretto con lei, che non sia solo diretto 
a ricevere un, l’ennesimo, consenso elettorale, ma che sia risolutivo delle 
sorti di un popolo ricco di grandi risorse e che ha ancora tanta voglia di 
regalarle alla nostra cara terra di Sicilia. Ma da soli non potremo farcela. 
Abbiamo bisogno di sentirla veramente presente, più vicino a noi e tra di 
noi. Non dobbiamo e non vogliamo perdere l’ennesima battaglia per la 
sopravvivenza.
E ricordi, Ill.mo Presidente del Consiglio, ognuna delle nostre sconfitte 
sarà anche la sua!.
Alcamo lì 21/10/2002

La stessa lettera è stata inviata a:

Parlamento di Strasburgo
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
TG 4
Adusbef
Mi Manda Rai Tre
Maurizio Costanzo Show
Striscia la notizia
TGS Palermo
Agenzia Ansa
Il Sole 24 ore
LA Repubblica
BNK 209
Camera dei Deputati
Alleanza Nazionale
Presidenza della Repubblica
Ornet Vaticano
Politiche fiscali
Antiraketusura
ANN Corleone
Camera dei Deputati
Qurinale
Politiche fiscali
Governo
RAI




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